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Regola di Tai e Vissą di Cadore
Via Manzago; , N.6
32044 -(fr. Tai di Cadore
Pieve di Cadore)
P.Belluno

tel. +39 349 5836411
info@regoladitai.it

Gli antichi Laudi della Regola di Tai e Vissà

Come riportato dal professor Giovanni Fabbiani nel suo libro "I Laudi delle Regole del Comune di Pieve di Cadore" esistono due testi del Laudo della Regola di Tai e Vissà.

Il primo Laudo, del quale l'autore è venuto a conoscenza nel 1974 perché datogli in visione dal compianto Ettore Serafini, noto amministratore comunale e cultore di storia locale, è quello del 1349, redatto in lingua latina ed è composto da 42 articoli, approvato dal Vicario Pietro da Ursago da Serravalle i123 aprile 1352.

Nel 1370 erano state laudate, cioè approvate, alcune integrazioni ed aggiunte al precedente Laudo, successivamente confermate nel luglio dello stesso anno dal Vicario Nicolò Persicini de Castello di Belluno.

Il 16 dicembre 1465 il testo del Laudo fu copiato dal notaio Conte Vecellio, perché il volume originale nel frattempo era stato consunto dall'uso.

Nel maggio del 1552 la Regola decise di far copiare nuovamente i Laudi dal notaio Toma Tito Vecellio, sempre a causa del loro notevole stato d'usura e per la traduzione del testo dal latino all'italiano, lingua ormai affermatasi nella comunicazione orale e scritta del tempo.

Rispetto al I° testo vi appaiono trascritte le delibere del Consiglio della Comunità del 12 maggio 1609 relative al bosco di Brodagne, quella della Regola che stabilisce i riti religiosi per la festa di S.Anna ed altre- due: del 13 maggio 1649 che dà disposizioni per la celebrazione della ricorrenza di S.Floriano e del 13 aprile 1789 con la quale è fissata la data del lunedì di Pasqua per la riunione annuale in faula (Assemblea) dei Regolieri. Anche quest'ultimo Laudo fu temporaneamente in possesso del professor Fabbiani, essendogli stato dato in prestito dalla compianta dottoressa Clara Coletti in Ramaccini, figlia primogenita dell'avvocato Arturo Coletti di Tai, illustre professionista forense che esercitò l'attività prima in Cadore e poi in quel di Milano.